Dopo la Moda, il Disign e l’Agroalimentare anche il Cinema entra nel Made in Italy, e punta all’internazionalizzazione

cinemamadeinNon solo cattive notizie per il Cinema e l’audiovisivo italiano. E, a parte la protesta che sta montando in questi giorni per la decisione del Governo di tagliare il Tax Credit di altri 45 milioni di Euro,[1] e di “falciare” il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) di circa 22 milioni di euro, c’è anche qualche buona notizia che merita la dovuta attenzione.

Da pochi giorni, infatti, il cinema e l’audiovisivo italiano sono entrati, finalmente, nel  brand del Made in Italy che, pertanto, sui mercati esteri, non identificherà più solo moda o design italiano, ma anche un pezzo importante della nostra industria culturale, la quale, nel suo complesso – è sempre bene ricordarlo – ha una parte significativa nella produzione di ricchezza e dell’occupazione in Italia: il 4,9% del Pil, 1.400.000 occupati, 400.000 imprese coinvolte, con un rilevante “effetto moltiplicatore“, trainante cioè per altre aree e settori economici.[2]

Per raggiungere questo scopo, che consentirà al cinema ed all’audiovisivo italiano di puntare ai mercati internazionali diventando un prodotto esportabile, ricercato, apprezzato e venduto anche fuori dai confini nazional, il Ministero dello Sviluppo Economico – in collaborazione con il ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), Anica, Istituto Luce-CineCittà e Doc/it (l’Associazione italiana di rappresentanza ufficiale dei produttori e degli autori di documentari) -, ha incluso l’industria cinematografica, per la prima volta, all’interno di un progetto di promozione del Made in Italy all’estero che prevede diverse iniziative.

Tale progetto è stato presentato il 18 luglio 2013 all’Auditorium di Via Veneto, e contempla un primo investimento di 800 mila euro, oltre che i 300 mila euro che ICE già investe ogni anno nel settore ed altre misure di sostegno alla produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi e cinematografici; che consentiranno, fino alla fine del 2014, ai nostri film e documentari d’autore, location cinematografiche e progetti di coproduzione di fare “il giro del mondo”, promossi come l’Italia già fa per la moda o i prodotti agroalimentari, attraverso road show all’estero, in particolare negli Stati Uniti, America Latina, Cina, Giappone, Corea del Sud e Taiwan.

Alla presentazione del progetto erano presenti Pietro Celi, Direttore Generale per l’internazionalizzazione e la promozione degli scambi del MiSE, Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema  del MIBAC, Riccardo Monti, Presidente dell’ICE, Riccardo Tozzi, Presidente di ANICA, Roberto Cicutto, Amministratore Delegato di Istituto Luce-Cinecittà e Gerardo Panichi, Presidente di Doc/it.

Dal dibattito è emerso che l’audiovisivo – come ha ricordato Riccardo Monti – è una grande ed importante industria nazionale, con 10 miliardi di fatturato, che genera un’occupazione qualificata, spesso giovane e creativa, produce contenuti da esportare, ed è un volano per promuovere e raccontare l’Italia e lo stile di vita italiano. Dello stesso avviso Pietro Celi, per il quale il cinema italiano non è solo un prodotto culturale e artistico, ma anche un vero e proprio prodotto del Made in Italy, una vetrina del patrimonio di qualità e originalità italiano. Inoltre, il cinema – sostiene Riccardo Tozzi – rappresenta il vettore ideale dei valori, in grado di rappresentare l’Italia e i mercati internazionali costituiscono la sfida per la crescita dimensionale della nostra industria.

In occasione di eventi quali la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il Festival do Rio, il Red Square Screenings, il Festival Internazioanle di Roma, The Business Street e New Cinema Network, Ventana sur di Buenos Aires, e il Beijing International Film Festival, il nostro cinema può diventare veicolo di produzione del miglior Made in Italy; e la “filosofia” cui l’attività di networking fra i produttori e distributori italiani e i buyers stranieri deve ispirarsi – ha ribadito Roberto Cicutto – sta nel considerare il cinema come prodotto del Made in Italy e come veicolo di promozione dei nostri prodotti di eccellenza. Il cinema e l’audiovisivo fatturano il doppio del trasporto aereo, ma il punto debole è l’estero; tant’è che, come evidenziato nella discussione, il bilancio dello scambio commerciale Italia – Estero è in passivo, e vale meno dello 0,1% del volume totale degli scambi  internazionali dell’Italia.

Per questa ragione le iniziative a sostegno del cinema italiano e di supporto alla produzione italiana devono essere promosse secondo una “logica di sistema”.

In tale quadro, l’ICE collaborerà con gli Istituti italiani di cultura e le ambasciate in paesi come la Russia o gli Stati Uniti, grandi mercati dell’audiovisivo, cercando di aiutare le Film Commission ad attrarre investitori stranieri in Italia. Mentre l’ANICA pubblicherà dei bandi cui potranno partecipare anche buyers stranieri per accedere all’erogazione di contributi diretti a parziale copertura dei costi di lancio per l’uscita in sala dei film italiani in aree come America Latina e Far East, impegnandosi ad intensificare gli scambi B2B tra gli operatori del settore in paesi come Russia, Cina e America Latina, nonché a favorire progetti di coproduzione con benefici economici per i produttori internazionali che decidano di investire nel nostro paese grazie ad incentivi, come il Tax Credit e i fondi Regionali disponibili per il Cinema e l’Audiovisivo.

Il progetto prevede anche la sperimentazione di azioni congiunte di Product placement con il settore manifatturiero per valorizzare le varie componenti del Made in Italy in un’ottica di “sistema”. L’Istituto Luce-Cinecittà offrirà ai produttori la possibilità di avvalersi di una distribuzione nelle sale cinematografiche internazionali utilizzando nuove tecnologie digitali con abbattimento dei costi per costituire una nuova forma di distribuzione, garantita da una società altamente specializzata che fa da aggregatore on-line di contenuti artistici e cinematografici, la Emerging Pictures. E saranno organizzati eventi di c.d. Words on Screen, allo scopo di promuovere la produzione cinematografica e l’editoria nazionale nell’ambito del progetto del Governo italiano “2013 Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti”, nel quale l’ANICA in collaborazione con l’AIE, l’Associazione Italiana Editori, e la Fondazione Cinema per Roma, attraverso New Cinema Network, con il sostegno del Ministero per lo Sviluppo Economico, organizzerà incontri tra produttori, scrittori ed editori italiani e internazionali.

Insomma, malgrado la modesta entità dell’intervento economico e la scarsità di risorse (che peraltro affligge tutti e tutti i settori), l’industria culturale risponde con un progetto nel quale la parola d’ordine sembra essere fare network tra tutti gli stakeholders per recuperare, in una logica di sistema, un approccio complessivo, puntando su iniziative strategiche e di qualità per un obiettivo comune: fare crescere la nostra industria cinematografica.

In quest’ottica, non v’è che prendere nota e fare il tifo per il nostro Cinema, entrato ormai, a pieno diritto, nel Made in Italy!

a cura di Emanuele Tentori

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[1] Le disposizioni sul tax credit-credito d’imposta prevedono la possibilità di compensare debiti fiscali (Ires, Irap, Irpef, Iva, contributi previdenziali e assicurativi) con il credito maturato a seguito di un investimento nel settore cinematografico (art. 1, comma 327, l. n. 244/2007 e decreto 7.5.2009 “tax credit produttori”).

[2] Sul punto cfr Rapporto 2013, Io sono cultura, della Fondazione Symbola in collaborazione con Unioncamere.

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